L'Angolo della ZanzaraRiflessione

AC comunitaria e organica

Molti anni fa i giovanissimi di Azione Cattolica di San Pietro in Guarano si chiesero durante una loro riunione cosa potessero fare per gli ammalati della loro parrocchia. La loro attenzione si fermò su un giovane trentenne, rimasto paralizzato dalla cintola in giù in seguito a un incidente automobilistico e impossibilitato a uscire di casa da solo. Decisero innanzi tutto di visitarlo spesso; poi, dividendosi i compiti, cominciarono a portarlo fuori su una sedia a ruote e  lo condussero anche al campo sportivo per farlo assistere alle loro partite di calcio. A poco a poco, tuttavia, per la sua maggiore età e maturità, il giovane paralizzato diventò il loro consigliere preferito e lo apprezzarono fino al punto di nominarono loro allenatore. Quando dopo qualche anno morì, i giovanissimi, ormai più che giovani, si resero conto che partiti per aiutarlo, erano stati invece da lui aiutati a superare le loro difficoltà sociali.

L’attività associativa, se veramente comunitaria e organica autentica, fa di questi miracoli!

Oltre a ciò l’assistenza agli ammalati è una delle attività delle quali Gesù terrà conto nel giudizio finale (Matteo, 25, 31-46): “ero malato e mi avete visitato“, o, purtroppo, “non mi avete visitato“. Può sembrare strano, tuttavia, che fra le attività elencate da Gesù per il giudizio finale non sia inclusa la preghiera, cioè proprio l’attività sulla quale Gesù ha insistito spesso e sulla quale insiste anche la Chiesa nel suo insegnamento.

Sembra strano ma non lo è, perché la preghiera è un mezzo per essere aiutati da Dio ad amare Lui e il prossimo; la visita al malato e le altre attività caritative, invece, sono parte del fine (amore di Dio e del prossimo) verso il quale Gesù ci invita a tendere. Egli, infatti, è stato molto chiaro: “Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio entrerà nel Regno dei Cieli ” (Mt 7, 21). La preghiera, tuttavia, è estremamente importante perché è il mezzo essenziale (“senza di me non potete far nulla“: Gv 15, 5), ma da sola, se non si traduce in costante impegno operoso, produce una illusione di vita cristiana che maschera la nostra pigrizia, la nostra mancanza di vero e autentico amore di Dio e del prossimo.