Diocesi Cosenza - BisignanoPresidente

Saluto a Mons. Salvatore Nunnari

Saluto al Padre Acivescovo Mons. Salvatore Nunnari

Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano a nome del laicato cattolico

Cosenza, 25 giugno 2015 – Auditorium “Guarasci”


S.E. Mons. Salvatore Nunnari o più affettuosamente: Padre Arcivescovo! Eccoci! I fedeli laici la abbracciano con tenerezza di figli. Un cordiale saluto pongo, a nome di tutto il laicato cattolico, alle autorità civili e militari, ai Presbiteri, ai religiosi, alle religiose, ai diaconi ed a tutti i presenti. Padre ci stringiamo ancora una volta a Lei. Al Suo ingresso a Cosenza il 26 febbraio 2005 cercavamo un abbraccio di incoraggiamento, come figli che si gettano nelle braccia del padre a richiedere conforto e protezione; come i discepoli sul lago di Tiberiade quando, impauriti dalla tempesta, si affidarono a Gesù. Egli “Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?»” (Mc 4, 39-40). La paura è la nemica più grande della fede.

Padre Arcivescovo, da quel suo primo giorno in terra Cosentina con Lei abbiamo imparato a riconoscere il Signore e vincere la paura della tempesta lottando contro ogni avversità. Con ardore di padre ci ha accompagnati, in questi dieci anni, a seguire Gesù Cristo risorto come colui che sana le ferite, vince la morte e trasforma l’oscurità con la sua luce e dice al mare “Taci, calmati!”. Ci ha spinti a guardare con fede all’amore di Dio, senza paura. Ci ha portato a Cristo e con Lui, Buon Pastore, “ad acque tranquille” (cfr. Salmo 23).

Senza la conoscenza di Lui la Chiesa non esiste! Padre, con il Suo esempio ci ha fatto capire che i criteri mondani o solo gli aspetti organizzativi non portano lontano; senza Cristo al centro c’è il rischio che le nostre aggregazioni laicali diventino solo associazioni filantropiche tra le altre, ONG come tante, con gli stessi problemi, con le stesse preoccupazioni, le stesse anomalie che utilizzano il bene da fare per realizzare i propri desideri. Se non c’è spazio per il Signore nel nostro servire la Chiesa non c’è gratuità, non c’è carità.

Ci ha insegnato a camminare per le vie del mondo impegnando le nostre forze, interrogando la nostra coscienza e lasciando che la responsabilità laicale fosse messa in campo per trasformare da dentro la vita delle nostre città e delle nostre parrocchie. Ha accolto da buon padre tutte le ansie e le gioie che i fedeli della chiesa cosentina le hanno partecipato; ci ha sempre ricordato che vivere e operare in comunione di carità è testimoniare lo stesso amore di Cristo per la Chiesa.

In questi anni non si è mai risparmiato per questa Chiesa particolare, anche quando la buona salute non è stata compagna delle sue giornate! Non si è mai stancato di andare incontro agli ultimi, non si è mai tirato indietro per offrire una parola di conforto ed una carezza a chi, triste, l’ha cercata nella sua casa sempre aperta ed accogliente; così come è andato incontro a tutti con gioia nelle visite alle comunità parrocchiali macinando chilometri, in lungo e in largo, senza perdersi per le strade della arcidiocesi, dal territorio così vasto e difficile. A tutti ha saputo indicare la strada di Gesù amore, l’unica lungo la quale non ci si perde!

Non sempre le Sue parole e le Sue scelte di Pastore sono state capite, condivise, accolte. E’ il rovescio della medaglia per chi ha tra le sue responsabilità quella di reggere una porzione di Chiesa non solo «col consiglio, la persuasione, l’esempio ma anche con l’autorità e la sacra potestà» (LG, 27) affidate ad ogni Vescovo, in nome di Cristo, dal Concilio Vaticano II.

Anche in questo c’è stato da esempio: il silenzio nel sopportare, il silenzio nella pazienza, quel silenzio di Gesù. Papa Francesco in una delle Omelie a S. Marta ha ricordato che “Gesù nella sua passione non ha parlato di più, soltanto due o tre parole necessarie … il silenzio del sopportare la croce non è un silenzio triste. È doloroso, tante volte molto doloroso, ma non è triste perché il cuore è in pace.” (Papa Francesco, 7 maggio 2013). Il Suo sopportare la croce non è stato triste ed oggi ha il cuore in pace.

In questo giorno particolare, vogliamo offrire a Dio tutto ciò che di buono è stato da Lei seminato in questi anni di ministero episcopale sia da Arcivescovo, qui a Cosenza, sia da Presidente della CEC. E proprio con i Vescovi della Calabria ha lanciato un importante seme nel campo della vita di noi calabresi con il documento “Testimoniare la verità del Vangelo”. Un seme di speranza che invita tutti ad avere fede nel Signore e coerenza nei comportamenti. Non possiamo lasciarci scivolare addosso ancora una triste e dolorosa mentalità che, troppe volte, ha indotto il nostro popolo alle lacrime e che opprime e sopprime quei germi di speranza che continuano a nascere nella nostra comunità calabrese.

Ma le lacrime possono essere occhiali: “A volte, nella vita, gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime. Piangiamo per il bene, per i nostri peccati, per le grazie, per la gioia. Domandiamoci: abbiamo avuto quella bontà delle lacrime che preparano gli occhi per guardare, per vedere il Signore?” (Papa Francesco, 2 aprile 2013 – Omelia a Santa Marta).

In conclusione, con la “sete di silenzio e di preghiera, di anime che contemplano e si immergono nella luce silenziosa di Dio” (Mons. Nunnari, ingresso a Cosenza 26 febbraio 2005)  vogliamo affidarla a Maria, Madonna del Pilerio, affinché possa curare quelle ferite che rimarginano solo nell’amore di Dio Misericordia.

Ci conceda questo affettuoso saluto: arrivederci don Nunnari!

A presto rivederci nella nostra e anche Sua cara Cosenza!

 

Giuseppe Schiumerini

Presidente diocesano dell’Azione cattolica di Cosenza-Bisignano