ACRFormazione

Educatori alleniamoci ancora!

Questo è l’invito dei consiglieri diocesani ACR, che ricordano agli educatori di non dimenticarsi dell’importanza di tenere sempre a portata di mano gli attrezzi del mestiere, che i ragazzi sono sempre i protagonisti, di non essere battitori liberi ma che si lavora in squadra, di continuare a formarsi perché non si è mai arrivati, di pregare e di lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, di verificare i passi fatti. E come di consueto, i consiglieri ACR hanno incontrato i responsabili ACR parrocchiali per un momento di verifica e per pensare, insieme, a nuove chiavi di lettura per questo tempo nuovo per tutti.
L’incontro, svoltosi in maniera virtuale, è iniziato con l’intervento di Lorenzo Felici, presidente diocesano di Azione Cattolica di San Benedetto del Tronto e membro dell’ufficio centrale ACR.
Le sue parole sono state spunto di riflessione per una verifica più consapevole, infatti, non bisogna dimenticarsi che il momento della verifica non è mai tempo perso, è guardare ciò che è stato svolto per progettare meglio il nuovo cammino. Ci ha ricordato quanto sia importante in questo momento osare e non dire “ma si è sempre fatto così”, è un tempo in cui bisogna riformulare le abitudini, bisogna ingegnarsi e non avere paura di quello che troviamo fuori dalla nostra finestra.
In questo tempo particolare, sentiamo la mancanza di tante cose, opportunità, esperienze, relazioni e piccoli gesti ma bisogna ripartire dalla loro essenza più profonda, senza dimenticare di accompagnare i ragazzi, che non sono vite da riempire di attività ma legami da coltivare.
Il momento di verifica e confronto è stato molto proficuo e ricco di esperienze diverse: ci siamo soffermati sull’importanza del rapporto con l’assistente che in questo periodo si è caratterizzato di vicinanza e voglia di mettersi in gioco nonostante gli strumenti nuovi, ma in alcuni casi è stato caratterizzato anche da distacco e lontananza. Si riparte da qui con maggiore consapevolezza e con il buon proposito di intrecciare di nuovo i rapporti dopo questo periodo di chiusura.
Questo periodo nuovo per tutti, ci ha permesso di rallentare, riorganizzare le giornate e dedicare maggiore tempo alla preghiera. Per questo, il proposito inerente alla spiritualità è quello di imparare a rallentare non solo quando serve, ma a saper ritagliare il giusto tempo per la preghiera anche nelle giornate più frenetiche. Questi mesi ci hanno fatto sperimentare ancora una volta come sia fondamentale giocare di squadra, quanto sia importante il gruppo educatori per far sì che nessuno cammini da solo. È emerso come si siano rafforzati molti gruppi educatori, capaci di confrontarsi e reinventarsi, desiderosi di fare da tramite con le famiglie e raggiungere in primo luogo i ragazzi, mettendo in conto di non riuscirci sempre. In alcuni casi, però, si sono persi i passi degli educatori “alle prime armi”, degli animatori, forse non si è stati capaci di stare al loro passo, di rispettare il loro ritmo e ascoltare i loro bisogni. Per questo, il proposito per i gruppi educatori è quello di riprendere i legami e cercare di mantenerli più saldi e di ritagliare del tempo alla cura di queste relazioni. Infine, il protagonismo dei ragazzi che è centrale nei nostri cammini e per questo siamo chiamati ad affiancarli e accompagnarli, lasciando loro la scena. Si è cercato con ogni mezzo di arrivare ai ragazzi, nonostante le difficoltà del periodo. Per il tempo che verrà, il buon proposito è quello di rivalutare le situazioni che venivano considerate banali, soffermandosi sull’essenzialità dei piccoli gesti e dei momenti insieme.
Lorenzo Felici, dopo aver ascoltato le parole dei responsabili sull’esperienza di questo periodo, ha sottolineato l’importanza di sapersi adattare, reinventarsi e mettersi in ascolto dei bisogni dei ragazzi e delle famiglie; rispolverare e mai tralasciare la capacità di sapersi decentrare e lasciare lo spazio ai ragazzi che, come ci ricorda la domanda di vita di quest’anno, “stai con me?”, non vogliono essere lasciati soli, e tutti gli educatori sono chiamati a rispondere a questa richiesta affiancando i ragazzi nel loro percorso.