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Mostra Armida Barelli – Incontro responsabili ed educatori

ACR

Mercoledì sera in occasione della mostra dedicata ad Armida Barelli, educatori, responsabili ed animatori ACR si sono incontrati per riflettere insieme sul loro servizio. Dopo anni di stop forzato si sentiva l’esigenza di tornare alle radici della chiamata e riscoprirsi come lo stesso titolo della serata suggerisce “CONVOCATI PER AMORE”. Ad aiutare gli educatori nella riflessione a partire dalla vita di Armida, tre ospiti d’eccezione che attraverso il racconto delle loro diverse esperienze hanno dato degli spunti di riflessione da mettere nel borsone e portare in campo.
Suor Raffaella nel primo intervento ha presentato la figura dell’ educatore, una persona che come prima cosa AMA e lo fa perché si è sentito per prima lui amato e scelto da Dio. Proprio per questo si mette al servizio della comunità accompagnando i ragazzi che gli vengono affidati e lo fa camminando non davanti né dietro loro ma di fianco, guidando i loro passi. Non si tratta di plasmare come spesso si dice, piuttosto di illuminare il capolavoro che si nasconde dietro ogni ragazzo così da permettergli di splendere.
L’intervento di Mariacarmela, già responsabile ACR, riprende il tema dell’amore e ricorda che se è questo a guidare il servizio anche le fatiche più grandi diventano semplici. Si è educatori nel quotidiano, non solo nella saletta, le giornate sono fatte di guide ACR nella borsa insieme alle agende di lavoro, di telefonate con i genitori nei momenti di pausa, bisogna essere consapevoli di questo. Come bisogna anche essere consapevoli del fatto che i frutti non sono immediati, arriveranno con il tempo. Il servizio è anche condivisione, creazione di legami e relazioni vere, grazie al quale superare tutte le difficoltà e continuare a rispondere SI. Da qui il ricordo di Lucia Mannella, testimone autentica dell’amore, attraverso il servizio per i più piccoli della nostra diocesi.
Nell’ultimo intervento, non per importanza, Giacomo bozzo ha portato la sua esperienza da docente e da allenatore ricordando la responsabilità che deriva dal ruolo educativo. Rapportarsi con i giovani vuol dire essere per loro un esempio, ci osservano, ci studiano e ci prendono come figure di riferimento, per questo è importante vivere il servizio con coerenza.
Grazie ai contributi degli ospiti, gli educatori tornano nello loro parrocchie con una fascia da capitano che non vuol dire essere il più bravo, ma colui che ha a cuore la squadra, la tiene unita, la supporta e aiuta a farla crescere.


GIOVANI

“Santi, lieti e coraggiosi”, così è stato intitolato il primo incontro di formazione rivolto ai responsabili e agli educatori del Settore Giovani, tenutosi lo scorso 18 novembre, in occasione della mostra sulla straordinaria figura di Armida Barelli. Proprio partendo dalla vita della beata e dalla testimonianza di Antonella Aquino, già vicepresidente del Settore Giovani dell’Ac diocesana, ci si è interrogati, suddivisi in gruppi di lavoro, sulle fatiche e bellezze che caratterizzano il nostro impegno associativo. La riflessione è stata ulteriormente arricchita dal commento di Don Emanuele Scarpino, nuovo assistente del Settore Giovani, al brano del Vangelo che racconta l’incontro di Gesù con Marta e Maria (Lc 10, 38-42). L’affannarsi e il turbarsi di Marta la allontanano da ciò che è veramente importante: l’ascolto della Parola. Così anche la moltitudine di impegni, che come responsabili e educatori siamo chiamati ad affrontare, spesso ci affatica e distoglie la nostra attenzione da ciò che è veramente importante: l’incontro con l’altro. La riflessione si è conclusa con l’invito a vivere una vita piena, fatta di responsabilità e dunque di fatica, ma soprattutto di tanta bellezza.